17 giugno 2010

Perchè la felicità è qualcosa che si moltiplica quando viene condivisa



Esiste un tempo per tutto...
forse niente accade per caso e a tutto vi è un senso...anche se nascosto...
Chissà che oggi non sia davvero il giro di boa che aspettavamo tutti noi...
In fondo, riprendendo le parole d'altri:
"Esistono le sconfitte. Ma nessuno puo' sfuggirvi.
Percio' è meglio perdere alcuni combattimenti
nella lotta per i propri sogni,
piuttosto che essere sconfitto
senza neppure conoscere
il motivo per cui si sta lottando...
E forse è vero non bisogna arrendersi mai...
in fondo esistono cose nella vita veramente importanti
per cui vale la pena lottare sino alla fine"



14 giugno 2010

...di Marcel Proust


"Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso."

10 giugno 2010

Innamoratevi di Roberto Benigni




"Su, su, svelti, veloci, piano, con calma, non vi affrettate.
Non scrivete subito poesie d'amore che sono le più difficili, aspettate almeno un'ottantina di anni.
Scrivete su un altro argomento, che ne so, sul..mare, vento, un termosifone, un tram in ritardo.
Non esiste una cosa più poetica di un'altra.
La poesia non è fuori, è dentro.
Cos'è la poesia? Non chiedermelo più, guardati allo specchio, la poesia sei tu.
Vestitele bene le poesie.
Cercate bene le parole, dovete sceglierle.
A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola.
Scegliete, perchè la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere, dall'Adamo ed Eva. Lo sapete quanto c'ha messo Eva prima di scegliere la foglia di fico giusta? Ha sfogliato tutti i fichi del paradiso terrestre.

Innamoratevi.
Se non vi innamorate è tutto morto.
Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto.
Dilapidate la gioia, sperperate l'allegria.
Siate tristi e taciturni con l'esuberanza.
Fate soffiare in faccia alla gente la felicità.
Per trasmettere la felicità, bisogna essere felici e per trasmettere il dolore bisogna essere felici.
Siate felici.
Dovete patire, stare male, soffrire.
Non abbiate paura a soffrire. Tutto il mondo soffre.

E se non vi riesce, non avete i mezzi, non vi preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto.
E non cercate la novità.
La novità è la cosa più vecchia che ci sia.
E se il verso non vi viene da questa posizione, da questa, da così, buttatevi in terra, mettetevi così.
E' da distesi che si vede il cielo.
Guarda che bellezza, perchè non mi ci sono messo prima?!
Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono.
Fatevi obbedire dalle parole.
Se la parola è "muro" e "muro" non vi dà retta, non usatela più per otto anni, così impara!"

07 giugno 2010

"Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto"


Allora ho liberato una mano, ho preso un bicchiere e l’ho spostato sul bordo del tavolo.
“Cadrà,” ha detto lui.
“Esatto. Voglio che tu lo faccia cadere.”
“Rompere un bicchiere?”
Sì, rompere un bicchiere. Un gesto in apparenza semplice, ma che implica terrori che non giungeremo mai a comprendere appieno. Che cosa c’è di sbagliato nel rompere un bicchiere di poco valore, quando tutti noi, senza volerlo, abbiamo già fatto la stessa cosa nella vita?
“Rompere un bicchiere?” ha ripetuto. “Per quale motivo?”
“Posso spiegartelo,” ho risposto. “Ma, in verità, è solo così, per romperlo.”
“Per te?”
“No, è chiaro.”
Lui guardava il bicchiere sul bordo del tavolo, preoccupato che cadesse.
‘E un rito di passaggio, come dici tu stesso,’ avrei voluto spiegargli. ‘E la cosa proibita. Non si rompono i bicchieri di proposito. In un ristorante, o nelle nostre case, ci preoccupiamo che i bicchieri non finiscano sul bordo del tavolo. Il nostro universo esige attenzione, affaffinché i bicchieri non cadano per terra.’
‘Eppure,’ pensavo ancora, ‘quando li rompiamo senza volerlo, ci accorgiamo che non è poi tanto grave. Il cameriere ci dice: “Non ha importanza”, e io non ho mai visto includere un bicchiere rotto nel conto di un ristorante. Rompere bicchieri fa parte del caso della vita e non provoca alcun danno reale: né a noi né al ristorante né al prossimo.’
Ho dato uno scossone al tavolo. Il bicchiere ha ondeggiato, ma non è caduto.
“Attenta!” ha detto lui, d’istinto.
“Rompi quel bicchiere,” ho insistito io.
‘Rompi quel bicchiere,’ pensavo, ‘perché è un gesto simbolico. Cerca di capire che io, dentro di me, ho rotto cose ben più importanti di un bicchiere e ne sono felice. Pensa alla lotta che divampa dentro di te e rompi questo bicchiere. Perché i nostri genitori ci hanno insegnato a fare attenzione con i bicchieri e con i corpi. Ci hanno spiegato che le passioni dell’infanzia sono impossibili, che non dobbiamo distrarre gli uomini dal sacerdozio, che gli individui non fanno miracoli e che nessuno parte per un viaggio senza una meta precisa. Rompi questo bicchiere, per favore, e liberaci da questi maledetti preconcetti, dalla mania che sia necessario spiegare tutto e fare solo quello che gli altri approvano.’
“Rompi questo bicchiere,” gli ho ripetuto.
Mi ha fissato negli occhi. Poi, lentamente, ha fatto scivolare la mano sul piano del tavolo, fino a toccare il bicchiere. Con un movimento rapido, lo ha spinto giù. Il rumore del vetro infranto ha richiamato l’attenzione di tutti. Invece di mascherare il gesto chiedendo scusa, lui mi ha guardata sorridendo e io ho ricambiato il gesto.
“Non ha importanza,” ha esclamato il ragazzo che serviva ai tavoli.


A noi due Lore...a quel bicchiere rotto due anni e 4 mesi fa...
Questo è il mio modo di ringraziarti.

04 giugno 2010

La pioggia


"Sono il sospiro del mare,
sono la lacrima del cielo,
sono il sorriso del campo...
come l'amore è
un sospiro dal profondo

dei mari dei sentimenti,

una lacrima dal cielo del pensiero
e un soave sorris
o
nel campo dell'anima"

(kahil Gibran)